...agosto 1991...
Sono passati 16 anni dall'agosto del 1991.
Ero sul Nerone, ad un campo scout.
A Gradara, lungo una curva, nella notte tra il 6 e il 7 agosto morivano 4 ragazzi in un incidente stradale. Uno di loro aveva 17 anni. Simone. Era il ragazzo con il quale avevo appena cominciato ad uscire, poco prima del campo. Ci saremmo rivisti al ritorno, ma non è successo mai.
Lui non c'era più, quando sono tornata a casa.
Ricordo ancora che mia madre venne al campo, per dirmelo. Quando la vidi arrivare, eravamo in a.t.l., sdraiati sotto un albero a cantare e suonare la chitarra, io ero felice, i lupetti ci giravano attorno, gli esploratori lavavano le pentole...ed io capii immediatamente che doveva essere successo qualcosa, altrimenti mia madre non sarebbe arrivata fin lì.
Fu...non so dire come fu. Ancora oggi non trovo le parole per descrivere quel dolore. Forse di parole non ne esistono.
A maggior ragione oggi non potrei davvero riuscire a trovarne. Ho aperto il giornale questa mattina e ho visto le immagini dell'incidente avvenuto sabato notte. Mentre noi eravamo sul Nerone, tutti insieme. Le stesse immagini di lamiere e di morte. La stessa ferita, lo stesso dolore che non si può descrivere nè tantomeno immaginare.
Allora ho pensato a voi.
E volevo dirvi soltanto questo.
Non siate spaventati dal vostro dolore, gridatelo pure forte che non siete d'accordo, che la morte non dovrebbe arrivare a 17 anni, mai.
Il dolore non scomparirà, non servirà il tempo a cancellare il ricordo dell'istante in cui anche per voi, un pezzo di vita si è fermato, insieme alla loro.
Certo, potrà alleviarsi, questo sì ma come oggi è successo a me, la ferita riprenderà a sanguinare quando vedrete che quel dolore, ogni giorno, ogni notte, si ripete con la stessa drammaticità in qualche luogo, in qualche città, lungo qualche strada, spezzando qualche giovane vita.
Ma fate tesoro di questo dolore, di questa rabbia, di questo disorientamento che provate ora, davanti alla morte. Non abbiatene paura.
Ho riletto il mio diario di 16 anni fa, scrivevo:
"...non ti scorderò mai, resterai dolcemente imprigionato nei miei pensieri, la morte ti ha preso in un incidente stradale senza che tu avessi colpa e nemmeno della stupidità dei tuoi amici ti faccio una colpa. Mi hai lasciato sola, solo questo voglio che tu veda, ma non preoccuarti, volevi sempre vedermi sorridere...imparerò a sorridere anche a questo, o almeno ci proverò. Promesso".
Ecco, non ho ancora imparato a sorridere alla morte ma al ricordo di lui, sì. Non siamo fatti per dimenticare, rover, ma per far sì che la memoria esista e ci aiuti a vivere e ad imparare.
Vi voglio bene. E quando vorrete, saprete sempre di poter contare su di me.
Lella
exCc.
Ero sul Nerone, ad un campo scout.
A Gradara, lungo una curva, nella notte tra il 6 e il 7 agosto morivano 4 ragazzi in un incidente stradale. Uno di loro aveva 17 anni. Simone. Era il ragazzo con il quale avevo appena cominciato ad uscire, poco prima del campo. Ci saremmo rivisti al ritorno, ma non è successo mai.
Lui non c'era più, quando sono tornata a casa.
Ricordo ancora che mia madre venne al campo, per dirmelo. Quando la vidi arrivare, eravamo in a.t.l., sdraiati sotto un albero a cantare e suonare la chitarra, io ero felice, i lupetti ci giravano attorno, gli esploratori lavavano le pentole...ed io capii immediatamente che doveva essere successo qualcosa, altrimenti mia madre non sarebbe arrivata fin lì.
Fu...non so dire come fu. Ancora oggi non trovo le parole per descrivere quel dolore. Forse di parole non ne esistono.
A maggior ragione oggi non potrei davvero riuscire a trovarne. Ho aperto il giornale questa mattina e ho visto le immagini dell'incidente avvenuto sabato notte. Mentre noi eravamo sul Nerone, tutti insieme. Le stesse immagini di lamiere e di morte. La stessa ferita, lo stesso dolore che non si può descrivere nè tantomeno immaginare.
Allora ho pensato a voi.
E volevo dirvi soltanto questo.
Non siate spaventati dal vostro dolore, gridatelo pure forte che non siete d'accordo, che la morte non dovrebbe arrivare a 17 anni, mai.
Il dolore non scomparirà, non servirà il tempo a cancellare il ricordo dell'istante in cui anche per voi, un pezzo di vita si è fermato, insieme alla loro.
Certo, potrà alleviarsi, questo sì ma come oggi è successo a me, la ferita riprenderà a sanguinare quando vedrete che quel dolore, ogni giorno, ogni notte, si ripete con la stessa drammaticità in qualche luogo, in qualche città, lungo qualche strada, spezzando qualche giovane vita.
Ma fate tesoro di questo dolore, di questa rabbia, di questo disorientamento che provate ora, davanti alla morte. Non abbiatene paura.
Ho riletto il mio diario di 16 anni fa, scrivevo:
"...non ti scorderò mai, resterai dolcemente imprigionato nei miei pensieri, la morte ti ha preso in un incidente stradale senza che tu avessi colpa e nemmeno della stupidità dei tuoi amici ti faccio una colpa. Mi hai lasciato sola, solo questo voglio che tu veda, ma non preoccuarti, volevi sempre vedermi sorridere...imparerò a sorridere anche a questo, o almeno ci proverò. Promesso".
Ecco, non ho ancora imparato a sorridere alla morte ma al ricordo di lui, sì. Non siamo fatti per dimenticare, rover, ma per far sì che la memoria esista e ci aiuti a vivere e ad imparare.
Vi voglio bene. E quando vorrete, saprete sempre di poter contare su di me.
Lella
exCc.